Diamo il benvenuto a Giulia Guardati, la nostra nuova disfagista

A luglio di quest’anno abbiamo dovuto salutare, con un pizzico di tristezza, la nostra disfagista Chiara.

Ringraziandola per il lavoro svolto le auguriamo tanta felicità, ci ha dato tanto, non la dimenticheremo.

Così abbiamo dato il benvenuto alla  nuova logopedista che prenderà il suo posto.

Il suo nome è Giulia Guardati, logopedista specializzata in deglutologia, abilitata all’utilizzo della metodica di stimolazione
orale nel pretermine PIOMI e accompagna e supporta bambini e bambine nati prematuri o con patologie ed i loro genitori
nel passaggio all’alimentazione orale esclusiva.

Ecco una sua breve presentazione:

L’inserimento di una logopedista specializzata in deglutologia in un reparto di Terapia
Intensiva Neonatale (TIN) all’interno dell’equipe multidisciplinare, rappresenta certamente
un grande passo avanti nel percorso assistenziale rivolto ai più piccoli.
La figura professionale del logopedista in TIN svolge un ruolo chiave sia in un’ottica clinica
che evolutiva.
Numerosi studi internazionali dimostrano infatti come protocolli di valutazione e
stimolazione oromotoria precoce dei neonati ricoverati in TIN (siano essi prematuri o con
danni neurologici) consentano un passaggio più rapido all’alimentazione esclusiva per
bocca ed una diminuzione dei tempi di ricovero.
Un bambino ricoverato in TIN, a seconda delle sue condizioni cliniche, potrà trovarsi a
sperimentare non solo un precoce distacco dal confortevole ambiente uterino, ma anche
una serie di pratiche invasive a livello naso-oro-faringeo (intubazione, gavage, assistenza
respiratoria) che possono interferire con lo sviluppo delle abilità senso-motorie orali e con
l’acquisizione dei corretti pattern deglutitori, cioè della coordinazione tra respirazione,
suzione e deglutizione che risulta fondamentale al fine di un’alimentazione serena e
sicura.
Ne potrebbero risultare un tono muscolare alterato nel distretto oro-bucco-faringeo, ipo o
ipersensibilità e affaticabilità, oltre alla perdita di quel momento relazionale speciale che è
la poppata tra le braccia del genitore, riducendo così il momento del pasto ad un evento
solitario e passivo.
Per questi bambini, le difficoltà funzionali possono protrarsi nel tempo e andare ad
interferire successivamente con lo sviluppo di tutte quelle funzioni facenti capo alla bocca
nella primissima infanzia, sia in ambito globale (esplorazione orale, percezione, relazione,
affettività, socialità), che specifico (masticazione, lallazione, fonoarticolazione verbale,
intelligenza alimentare, selettività).
All’interno della TIN dell’Ospedale San Pietro, mi occupo della presa in carico logopedica
di bambini e bambine, di effettuare il bilancio logopedico e proporre protocolli di
stimolazione oromotoria più adatti nell’ottica della care del neonato.
Una volta che il bambino è stabile, è possibile effettuare la valutazione logopedica ed
iniziare una serie di stimolazioni specifiche volte ad avviare lo svezzamento dal sondino
nasogastrico, in accordo col personale medico e infermieristico e coinvolgendo i genitori.
La proposta deve rispecchiare un approccio delicato e sensibile, rispettoso dello stato del
bambino, dei suoi tempi e della sua tolleranza, con lo scopo di presentargli il momento del
pasto come una finestra di relazione, in cui i suoi segnali siano compresi e accettati.
In questo percorso, il genitore ha un ruolo fondamentale e può collaborare attivamente:
viene informato su quanto svolto e può essere formato anche all’approccio diretto
all’oralità del piccolo, a partire da momenti di tocco dolce, coccole o holding, fino ad
arrivare all’addestramento alle stimolazioni da poter svolgere in prima persona. È molto
importante per il genitore che tale momento non assuma una valenza prestazionale, ma

rappresenti l’occasione di un contatto piacevole e speciale, poiché solo così potrà essere
significativo anche per il bambino.
Una volta avviato l’allattamento al biberon, sarà possibile per i genitori dare la poppata,
arricchendo il momento del pasto di ulteriore valenza affettiva e comunicativa e, ove
possibile, si potrà parallelamente accompagnare la diade madre-bambino anche nella
proposta dell’allattamento al seno.
Questo modello di presa in carico precoce consente sin dai primi giorni di porre
l’attenzione sulla bocca del neonato, rappresentando un intervento sul bambino e sul
genitore ad alta valenza educativa e funzionale.

Dottoressa Giulia Guardati, logopedista specializzata in deglutologia.

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